venerdì, dicembre 02, 2005

I "cortili" di San Nicola

Il Casale di San Nicola sorse verso gli inizi del 1300 a causa della sempre maggiore necessità di coltivare i terreni della pianura. I Casali circondavano il nucleo abitativo centrale di Mondragone racchiuso da mura fortificate che si raccoglieva intorno ad una piazzetta (oggi denominata Umberto I). Tale abitato centrale aveva quattro porte che conducevano a Nord al Casale di Sant'Angelo; ad ovest, "porta di mare" che conduceva al litorale; a sud, la "portella" conduceva in aperta campagna verso l'attuale strada Domitiana; mentre la porta S. Nicola conduceva all'omonimo Casale. Fuori dalla porta di S. Nicola, vi erano gia diverse abitazioni, poco più avanti continuando sulla stessa strada vi era il Casale di San Nicola. Tutte le abitazioni del territorio di Mondragone erano costruite in pietra e tufo; le strade erano piane e fangose, quasi tutto il territorio si presentava pianeggiante con zone paludose. In piena età feudale Mondragone fu soggetta a varie dominazioni. La vita non era facile per la popolazione che lavorava sodo la terra, mentre il guadagno andava tutto ai feudatari. Nel 1447 l'imperatore Alfonso I d'Aragona ordinò un censimento in tutto il Regno. Anche Mondragone ebbe il suo primo censimento che fu fatto con la distinzione in fuochi (famiglie): la Borgata Mondragone contava 200 fuochi, il Casale Sant'Angelo 138, il Casale San Nicola 128.
Nel Casale di San Nicola i 128 fuochi erano raggruppati a seconda del numero delle famiglie. Vivevano in dieci ampi cortili, detti "curtiglie", in cui si realizzavano determinati aspetti della vita in comune riguardanti le strutture di prima necessità, quali il forno, il pozzo con l'attiguo lavatoio, i servizi igienici e lo spazio dove venivano svolte le attività legate al mondo agricolo in particolare l'immagazinamento del grano, degli ortaggi specialmente dei legumi, la produzione dell'olio e dello straordinario vino Falerno già apprezzato dai Romani che poi il Barone Falco avrebbe rivalutato reimpiantando massicciamente il vitigno "primitivo".
Questa struttura, mantenutasi sino al 1950 secondo la toponomastica antica delle dieci "curtiglie" ( -1) Tartaglia Raffaele -2) Nerone Andrea -3) Russo Paolo -4) De Lisa Giovanna -5) De Lisa Erminio -6) Papa Giuseppe -7) Nugnes Nicola -8) Neri Ersilia -9) Palmieri Virgilio -10) Di Nardo Giovanni) può essere individuata tuttora lungo via Amedeo e via Boccucci, cioè le due strade che partono alla destra ed alla sinistra della nuova chiesa di San Nicola edificata da Mons. Adelchi Fantini proprio negli anni 50.
Già don Fantini nella festa patronale della Parrocchia promosse innumerevoli iniziative per riscoprire il mondo straordinariamente aggregante delle "curtiglie": luogo di dialogo, di condivisione dei pesi e delle gioie del quotidiano, delle feste nuziali e del pianto dei funerali, della preghiera e del canto popolare unito alle scenette comiche sui fatti della cronaca quotidiana per alleviare la drammaticità dei duri tempi bellici; insomma, quel mondo pieno di poesia che Matilde Serao, Verga, Pirandello, De Filippo, De Curtis hanno cercato di rendere nelle loro opere che ha nell'evocazione narrativa del racconto orale la potenza vitale della relazione faccia a faccia inesistente oggi nelle squallide serate dinanzi alla TV.
Dal 2003, nei festeggiamenti in onore di San Nicola a cavallo tra luglio ed agosto, si svolge nella nostra parrocchia una serata denominata "I cortili di San Nicola" in cui si cerca di rivalutare le tradizioni antiche da parte di ogni famiglia che, nelle "curtiglie" prepara gli eccezionali piatti tipici di una volta. La partecipazione registrata ed il gioviale calore che si prova a passeggiare da un cortile all'altro, testimoniano che molto ancora si può fare nel recuperare il ruolo culturalmente aggregante che tali luoghi offrono; il verde dei giardini, gli angoli con i pozzi ed i forni rendono un potere evocativo che sembra aver fermato il tempo ed è nostra intenzione incrementare iniziative socio-culturali e folkloristiche.

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